Articoli su Jeune Afrique sulla situazione maliana
Vi propongo una traduzione sintetica di due articoli apparsi su Jeune Afrique con un aggiornamento della situazione in Mali:
- continua l'avanzata delle truppe francesi e maliane nel nord occupato dai gruppi jihadisti,
- in arrivo truppe del Niger e del Ciad,
- nascita del Movimento Islamico dell'Azawad,
- accuse di esecuzioni sommarie nei confronti dell'esercito maliano.
Dopo aver liberato alcune località nella regione centrale del Mali, continua l'avanzata delle truppe francesi e maliane, mentre dal Niger una colonna di soldati comprendente un contingente proveniente dal Ciad, hanno raggiunto il confine con il Mali per bloccare la ritirata dei gruppi armati.
Sotto controllo fancese e maliano sembra ci sia adesso anche l'aeroporto di Gao che insieme a Timbuctoù, è una delle due principali città del nord del Paese.
Gao è una roccaforte del Movimento islamico per l'unicità e la Jihad in Africa occidentale (Mujao). Gruppo che ha annunciato di essere pronto a "negoziare il rilascio" dell'ostaggio francese Gilberto Rodriguez Leal, in mano al Mujao dal novembre scorso.
Mentre un'altra colonna di truppe francesi e maliane si sta dirigendo verso Timbuctù controllata dall'altro gruppo jihadista Ansar Dine, si segnala la nascita di un ulteriore gruppo, il MIA (Movimento Islamico dell'Azawad). Nato da una scissione all'interno proprio di Ansar Dine, attraverso il suo portavoce ha detto di essere pronto a combattere Ansar Dine se cesseranno le ostilità francesi nel nord del Mali.
Per quanto riguarda la situazione umanitaria, è particolarmente preoccupante proprio a Timbuctù priva di acqua potabile e d'energia elettrica da tre giorni.
Infine e sempre dal punto di vista umanitario, alcune ong operanti in Mali, hanno segnalato alcuni episodi di esecuzioni sommarie da parte dell'esercito regolare nei confronti di maliani di origine touareg. Il fatto più grave sarebbe accaduto nel campo militare di Sévaré dove sarebbero stati uccise almeno 11 persone.
Duro il commento in Francia da parte dei ministri della difesa e degli esteri che hanno invitato lo stato maggiore dell'esercito maliano a essere “estremamente vigile” nei confronti di tali atti perché è “in gioco l'onore” dell'esercito stesso. Oltretutto, tali atti potrebbero minare le simpatie e l'aiuto da parte della popolazione locale nel nord contro i jihadisti e aggravare la situazione degli sfollati dalle regioni occupate.