"Il deserto negli occhi"
Ibrahim Kane Annour fa la guida turistica nel Sahara. Ha imparato da piccolo a orientarsi osservando il cielo, il letto asciutto dei fiumi, il contorno delle montagne all’orizzonte.
Da grande ne ha fatto una professione, che gli ha dato prestigio e benessere economico. È soddisfatto del suo lavoro e della sua vita, finché nel 2007 è costretto a fuggire in Italia. In Niger, ricco di uranio, è iniziata l’ennesima rivolta tuareg e tutte le guide turistiche sono sospettate di appoggiare i ribelli, per la loro profonda conoscenza del deserto.
“Un tuareg abbandona la sua terra solo se non ha altra scelta”: è così che Ibrahim arriva a Pordenone, la “capitale” dei tuareg d’Italia. Ottiene lo status di rifugiato e decide di chiedere il ricongiungimento famigliare anche se non ha un lavoro: non ce la fa più a vivere lontano dalla moglie e i quattro figli.
Il libro, scritto con un taglio narrativo, racconta la sua vita: la storia di un uomo che non avrebbe mai voluto abbandonare l’Africa e che vorrebbe continuare a essere libero. “Il deserto negli occhi” è anche un omaggio al deserto e un modo per far conoscere al pubblico la cultura tuareg, che rischia di scomparire per i disordini che rendono sempre più insicura la regione sahariana. Oggi, infatti, mentre la situazione in Niger migliora, il vicino Mali rischia di diventare un nuovo Afghanistan.