"Quindi passava il tempo"
I figli dell'assedio raccontano Sarajevo vent'anni dopo
Agli inizi di ottobre è avvenuta a Reggio Emilia la prima del film "Quindi passava il tempo".
“Sarajevo, 5 aprile 1992″; “Reggio Emilia, 6 novembre 1992″. Non sono solo due semplici date: la prima coincide con l’inizio dell’assedio di Sarajevo e la seconda con l’inizio della vita di Valentina che ha deciso - ad aprile di quest’anno - di intraprendere un viaggio per conoscere chi, come lei, è nato negli anni Novanta in Bosnia ed Erzegovina, dove 20 anni fa si consumava uno dei più amari capitoli della Storia Contemporanea.
Il viaggio è “una chiacchierata tra giovani che condividono le stesse preoccupazioni per il futuro - si legge sul blog del film Quindipassavailtempo.blogspot.com - I ragazzi bosniaci hanno tutto da insegnarci, parlano l’inglese come se fosse la loro prima lingua. Sono transitati su una guerra, alcuni di loro hanno perso entrambi i genitori nel conflitto, ma, nonostante tutto, non smettono di vivere il loro presente e pensare al futuro. La parola che ricorre maggiormente nel film è “chance”, sembra mancare per ora l’opportunità di una svolta, anche la sola speranza di una Bosnia che possa iniziare finalmente a camminare sulle gambe dei giovani”.