Intervista a T-ERRE del Centro di Educazione Ambientale di Faenza

Inserito da Giorgio Gatta sabato 23 luglio 2011

Da http://www.ambienticomunicanti.it/

Data dell’intervista: 19 maggio 2011

Responsabile (Presidente): Giorgio Gatta


Fate parte di qualche ente maggiore?
Sì, siamo soci di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile) che a sua volta rientra nel sistema internazionale del Turismo Sostenibile; inoltre siamo affiliati come Associazione di Promozione Sociale a FITEL (Federazione Italiana TEmpo Libero) che ci consente una tutela dal punto di vista assicurativo per le attività dell’associazione e per i nostri soci mediante il tesseramento.

 

Come e quando siete nati?
La nostra associazione, che conta circa 50 associati, nasce nel 2007 da un progetto dell’agenzia viaggi di Faenza “Faventia Tourist”, nell’ambito quindi di Confcooperative di Ravenna, per sviluppare un settore di viaggi alternativi al turismo in senso classico; T-ERRE rappresenta quindi il punto di arrivo di un precedente progetto iniziato nel 2004 denominato “Per una nuova etica del viaggio” e che si adoperava per incentivare viaggi responsabili; nasce a Faenza ma ha una rilevanza sia regionale che nazionale in quanto i viaggiatori provengono da tutt’Italia.

Cosa vi ha spinto? Su che valori vi basate?
L’idea, partita dall’agenzia viaggi faentina (sulla quale tuttora ci basiamo per ciò che riguarda gli aspetti tecnici dei viaggi), ha creato lo start up per un progetto autonomo sul turismo responsabile, che non poteva non trovare quindi a Faenza terreno favorevole e se si è creata T-ERRE parte del merito va a loro.

Per quanto ci riguarda, il nome stesso dice molto: in esso sono riuniti, da una parte, quello che veramente facciamo (turismo responsabile) e dall’altra, la filosofia che ci ha ispirato: la Madre terra, l’amore per essa e la necessità di rimanerle legati. È con questa idea che noi effettuiamo i nostri viaggi: per conoscere la terra occorre viverla ed assaporare i valori delle popolazioni che la abitano; in ogni viaggio, i partecipanti devono ascoltare il territorio, comprenderlo e dare valore ad esso. Ovviamente, fra i principi primari, c’è il rispetto delle popolazioni e del territorio: siamo ospiti a casa loro e dunque interagiamo in maniera attiva con la realtà.

Vogliamo inoltre che il nostro modo di viaggiare sia una fonte di sostentamento per le comunità ospitanti, un mezzo per creare un autosviluppo: è per questo che parte del costo del biglietto va ai progetti di sviluppo locale. Vogliamo che i nostri viaggiatori si immedesimino nella cultura del popolo ospitante per arrivare ad integrarsi per il breve periodo del soggiorno.

Come organizzate i viaggi?
Dunque, la nostra associazione non può formalmente organizzare e promuovere un viaggio, in quanto la legislazione italiana non lo permette; pertanto, è l’agenzia viaggi a farlo, basandosi ovviamente sulla nostra esperienza: siamo effettivamente noi a pianificarlo e a creare i contatti con gli “alberghi” e le strutture ricettive del luogo ospitante, mentre l’agenzia pensa al resto.

Per ogni viaggio, T-ERRE ha dei cosiddetti referenti di viaggio, ossia persone che hanno contatti col luogo, abitano lì oppure tornano di frequente fino a conoscere in modo capillare la zona. Questi fungono da tramite e da colonne portanti per ogni gruppo di viaggiatori. Sono loro che infatti conoscono le entità locali ed eventuali piani di sviluppo del territorio al quale noi possiamo contribuire attraverso parte della quota di partecipazione.

I pernottamenti vengono effettuati presso associazioni del luogo (molto spesso di tipo umanitario) o comunque in strutture ricettive locali e radicate (spesso si tratta di case private).

I viaggi solitamente vanno dai 10-15 giorni, in Europa (es. Bosnia) ai 20 giorni per Africa (Burkina Faso o Tanzania), Asia o America Latina.

I gruppi sono numerosi?
No, sono costituiti solitamente da 10 persone o al massimo 15 per favorire l’interazione con le popolazioni ospitanti. Con gruppi poco numerosi è minore l’invasività e maggiore l’interazione.

In relazione ai viaggi di massa e consumistici, quanto costano i vostri viaggi?
Costano un po’ di più per rispetto della filiera (un po’ come il mercato equo-solidale che ha sempre prezzi leggermente più alti rispetto alla grande distribuzione) ma credo che il viaggiatore sia ben contento di sapere a chi vanno questi soldi e soprattutto di avere la sicurezza che vadano a chi ne ha bisogno (progetti di sviluppo) poiché in pratica la consegna avviene sotto i suoi occhi.

Com’è un viaggio con T-ERRE?
Ogni viaggio è a sé, nel senso che le esperienze che si possono provare, ad esempio, in Tanzania saranno sempre diverse da quelle che si possono provare in Nepal o in Mali.

Però posso dire che ognuno di essi è fatto da un prima, un durante ed un dopo.

Il prima…
Prima di affrontare l’esperienza occorre una certa dose di consapevolezza (riguardo a luogo, popolazioni, usi e costumi, ecc.): ecco perché alcuni mesi prima, effettuiamo un “corso di formazione” che va da 1 a più giornate, in modo che chi si accinge a partire possa iniziare a calarsi mentalmente nel luogo di destinazione. Durante questo corso cerchiamo di far emergere l’etica del soggiorno, i nostri principi, esponiamo loro a chi vanno i soldi e quali progetti sostengono, incentiviamo a volte la lettura di autori locali proprio per avvicinarli “all’aria che respireranno”. Per questo voglio evidenziare la terminologia: il nostro è sicuramente turismo sostenibile, ma prima ancora è responsabile.

Il durante…
Durante il viaggio si ha modo di entrare in contatto con i nativi del luogo e vivere un certo periodo con loro; l’idea resta comunque quella di una vacanza e quindi si effettuano escursioni e visite guidate. In questa fase, riveste notevole importanza la figura dell’accompagnatore che deve avere le capacità di fungere da mediatore, da ponte tra le culture del luogo e quella degli ospiti, favorendo i punti di contatto. A volte inoltre visitiamo i luoghi di produzione di prodotti destinati al mercato equo-solidale.

Il dopo…
Paradossalmente è questa, a detta di molti, la fase migliore dell’esperienza, quella fase in cui si riportano tutte le impressioni ed emozioni provate, le si riassapora, si inizia veramente a confrontare la nostra realtà con quella conosciuta nei 15-20 giorni di permanenza e la visione del mondo cambia radicalmente. Si rientra con occhi totalmente diversi e volenterosi a volte di adoperarsi per gli altri. La quasi totalità di coloro che tornano da un viaggio di turismo responsabile sente la necessità di condividere tutto questo e di riincontrarsi: nel dopo quindi avvengono incontri in cui ci si confronta e si dibatte. Tendenzialmente la fine di un viaggio è l’inizio di un altro.

Chi è il viaggiatore tipo?
La fascia d’età va solitamente, per stare larghi, dai 25 ai 45 anni. Come prima cosa, chi fa un viaggio con noi arriva alla riunione iniziale già consapevole di quello che lo aspetta e dei lussi che non troverà; è quindi fortemente consapevole dei principi base del turismo responsabile.

È un viaggiatore predisposto alla cooperazione con altre culture e altri stili di vita, è un viaggiatore pronto per l’avventura ma non per questo sono richiesti particolari condizioni fisiche: i viaggi sono adatti a chiunque e non affrontano mai condizioni estreme.

Una cosa sicura (e che tutti confermano) è che il viaggiatore che torna non è mai uguale a quello partito; è cambiato, è migliorato ed ha un bagaglio culturale notevolmente aumentato.

Occorre essere soci?
Effettuando il viaggio si diventa in pratica soci. Il costo dell’iscrizione (o del rinnovo) è di 50 euro e comprende i 15 euro del tesseramento con polizza individuale assicurativa per responsabilità civile ed infortuni e la quota di sostegno all’Associazione T-ERRE.

Che metodi utilizzate per aumentare la vostra visibilità?
Abbiamo il sito internet www.t-erre.org, e partecipiamo ad alcune fiere come ad esempio Terra Futura a Firenze, il Festival del Turismo Responsabile a Bologna e il Festival delle Culture a Ravenna.

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