Elogio del camminare

Inserito da Giorgio Gatta martedì 15 aprile 2014

- "Inserito dal Blog di Valentina Miozzo -

www.viaggiarelibera.blogspot.com


Camminare non è semplicemente terapeutico per l’individuo, ma è un’attività poetica che può guarire il mondo dai suoi mali”, scriveva Bruce Chatwin.

Con l'arrivo anticipato della primavera arriva anche la voglia di passeggiare, godersi il sole e i colori della bella stagione. Camminare nella natura calma la mente, depura l'organismo e permette di tornare ai ritmi naturali, quelli di cui la vita urbana ci ha privato. Camminare in natura è come una meditazione errante, induce alla riflessione: si ascolta il proprio respiro, si apprezzano suoni e rumori a cui normalmente non faremmo neanche caso. Le voci del bosco si mescolano ai nostri pensieri più intimi e si fondono assieme. Camminare porta alla contemplazione del mondo da un'altra prospettiva, con altri ritmi, con un'altra percezione.

Chi viaggia camminando condivide la lentezza, la calma, l'esplorazione contemplativa, il silenzio, la solidarietà tra viandanti, il rapporto profondo con la natura e uno stile di vita sostenibile. Perché chi cammina deve viaggiare leggero, materialmente e spiritualmente. I grandi camminatori non hanno bisogno di esperienze estreme o di comprare oggetti inutili, il loro animo gioisce con le piccole cose. Basta la soddisfazione di trovare un rifugio per la notte, avvistare un animale selvatico, la luna piena, un falò, un incontro, un'offerta di ospitalità, una chiacchierata con i compagni di viaggio, il vento, una fonte d'acqua. I camminatori riescono ad apprezzare la natura e la semplicità come nessun altro, i camminatori hanno capito qual è la vera ricchezza: il tempo.

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