Il Griot che sapeva costruire ponti fra le culture: Addio Mandiaye!

Inserito da Giorgio Gatta mercoledì 18 giugno 2014

Rimango sempre molto colpito quando scompare una figura intellettuale così importante, almeno per la mia vita, come Mandiaye N'Diaye.

E non solo per i soli 50 anni che aveva, ma l'idea che mi sono costruito dentro è che certe persone sono immortali, forse non moriranno mai, se non in età avanzatissima...

È come dire che la sua vita di artista e di operatore culturale rimarrà immortale per sempre nelle memorie e nei vissuti di chi lo ha incontrato, che sia stato spettatore dei suoi spettacoli oppure abbia avuto incontri personali con lui.

Sono di quelle persone che ti lasciano un vuoto dentro nel momento della loro dipartita da questo mondo.

Facendo parte di te, non penseresti mai che un giorno se ne potranno andare e qui nasce la sorpresa!


Ho incontrato molte volte Mandiaye: è stato accompagnatore di viaggi in Senegal negli anni 2005 e 2006 per noi (ancora non esisteva l'Associazione T-ERRE) ed ebbi la fortuna di organizzare con lui degli incontri nelle scuole di Faenza.

Potendo assistere ai suoi incontri mi rendevo conto di quanto avesse forgiato il teatro la sua potenza espressiva, che sapeva comunicare nella maniera più semplice possibile le differenze culturali riconoscenti in un unica umanità.

 

Avrei voluto fare dei progetti insieme con lui ma non ci riuscii e successivamente quando l'incontrai mi parlava sempre di nuovi progetti che coinvolgevano in maniera inscindibile i ragazzi di Diol Kadd con Ravenna e... l'Europa.

 

Il suo pensiero era sì di un incontro fra il suo villaggio e la città di Ravenna, ma pensava al contempo in senso globale a un incontro fra l'Europa e l'Africa fautori insieme di un unico destino umano.

 

Non ricordo il momento che ci siamo incontrati la prima volta, ma frequentando molti senegalesi di Ravenna dal finire degli anni '80 sicuramente qualche occasione ci sarà stata.

 

Mi sorride il pensare a un nostro primo incontro all'epoca dei primi anni '90 quando organizzai una squadra di calcio di soli senegalesi provenienti da tutta la provincia. Mi fa star bene il pensiero che lui fosse fra il numerosissimo pubblico di senegalesi, con il suo bellissimo sorriso, che seguiva la squadra che aveva un numero di tesserati da record.

 

Di questa esperienza ci sarebbe tanto da raccontare, ma questa è un'altra storia...

 

Magari da lassù riderebbe anche lui ricordando le papere del nostro impacciato portiere, artista brillante come lui nelle Albe Nere di Ravenna.


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