Il sentiero dei cavatori
È praticamente quasi pronto il nuovo sentiero, realizzato dal Parco della Vena del Gesso, che gira intorno a Monte Mauro, tra la sella di Cà Faggia e Cassano unendo alcuni dei siti archeologici d'estrazione del Lapis Specularis.
Come ormai hanno capito tutti, il tratto forse più significativo della Vena del Gesso risiede infatti proprio nei suoi aspetti storici e nel rapporto che l'uomo ha avuto con il luogo come spazio di vita e lavoro.
Questa volta 'cave' non sta per grotta ma infatti proprio per cave, le piccole miniere romane disseminate praticamente ovunque nella montagna.
Il sentiero, che in parte ricalca una vecchia idea che avevamo abbozzato alcuni anni fa - vedi link - è abbastanza lungo e permette facilmente di passare vicino ed osservare alcuni dei raggruppamenti di scavi e lavorazioni minerarie (circa una dozzina) differenti per tipologia e dimensioni.
Girando intorno alla vena si passa infatti nell'area delle cave sotto la grotta dei Partigiani, in quelle di Cà Castellina per passare poi alla grande area estrattiva a cielo aperto sul fianco nord di Monte Mauro.
Questo in particolare con la sua grande frattura ben visibile dalla strada è un sito che avevamo teorizzato, e vederne dopo gli scavi l'ampiezza e l'estensione fa molto piacere in quanto è ulteriore conferma di quanto avevamo immaginato ormai molti anni fa - vedi link.
Nella vena non ci furono quindi solo miniere in grotta o piccoli saggi, ma anche vere e proprie miniere a cielo aperto, che sfruttavano le cristallizazioni presenti sulle pareti e nei diedri, sia sul versante sud come sopra il Rio Stella, che sul versante nord come l'area attraversata dal sentiero. Veri e propri gradoni e trincee di scavo che hanno lasciato le loro tracce sul paesaggio dopo due millenni.
Il sentiero, segnato con segnavia bianco e verde è una bella occasione quindi per attraversare e riflettere sui gessi come luogo storico, spazio di lavoro ed economia.