Favorire risorse e destinazioni locali nei processi turistici
TERRA EQUA Festival del Commercio Equo e dell'Economia Solidale, intervista Giorgio Gatta ed Andrea Benassi.
Ci fareste una brevissima presentazione di T-ERRE?
In che modo contribuisce secondo voi all'economia solidale?
T-ERRE, ovvero Turismo Responsabile, è tra le principali esperienze in Emilia Romagna ad occuparsi in modo preponderante da quasi dieci anni della promozione e diffusione della cultura del turismo responsabile, sotto forma di proposte di viaggio, eventi e formazione in ambito pubblico ed educativo nelle scuole e verso gruppi e associazioni. Come tale s'incrive e condivide a pieno titolo la missione e gli obbiettivi della rete AITR, ovvero Associazione Italiana Turismo Responsabile.
Le nostre proposte di viaggio, sia rivolte a destinazioni nazionali che internazionali, lavorano da sempre in sinergia con i territori, attraverso enti e associazioni che hanno già sviluppato un proprio patrimonio di economie locali in appoggio alle proprie attività di cooperazione. La partecipazione ad un nostro progetto di viaggio, diventa quindi un sostegno diretto ad una rete di micro-economia che intrecciano gruppi, progetti, luoghi e buone pratiche in grado di creare responsabilità e senso d'appartenza.
Che cosa ne pensate in generale dell'economia solidale?
L'argomento è sicuramente vasto e difficile da sintetizzare; nella nostra esperienza crediamo di aver individuato un punto centrale nella necessità di creare un senso di responsabilità, ovvero diffondere una consapevolezza dei meccanismi economici e sociali in atto nel processo del viaggiare e dell'industria turistica. Pensare ad un turismo in grado di generare una economia solidale, per noi vuole quindi dire essere capaci di seguire i flussi economici in gioco e poterne valutare gli effetti e le ricadute tra gli attori coinvolti. Che si tratti della scelta di destinazioni, dei mezzi di trasporto, delle modalità di alloggio, ecc... per la nostra visione un processo economico è solidale quando è in grado di inscriversi anche in una sostenibilità ambientale e sociale capace di proiettarsi nel tempo. Allo stesso tempo un processo di questo genere deve porsi come esperienza capace di testimoniare e diffondere forme di rispetto e tolleranza verso l'alterità e la complessità.
Che cosa chiedereste ad Andrea Corsini, nuovo assessore al commercio della Regione Emilia-Romagna, per migliorare il vostro lavoro e per dare impulso all'economia solidale in generale?
L'economia solidale come orizzonte di senso, presuppone una visione complessiva della società e delle sue aspirazioni. Favorire un tale modello economico vuol dire quindi per noi mettere in campo un processo di contaminazione di tutti i processi economici e degli attori coinvolti. Un percorso quindi che non releghi l'economia solidale a segmento e nicchia di mercato, ma la ponga come incipit per ripensare il modello economico generale. In particolare favorire una tale transizione per il nostro campo di attività, vuol dire incentivare e favorire risorse e destinazioni locali nei processi turistici, in particolare nell'ambito della semplificazione dei processi e regolamentazione di commercio delle piccole attività coinvolte nella filiera turistica. Che si tratti di produzioni agro-alimentari, ricettività o scambio di servizi turistici, incentivare ed aiutare la dimensione anche micro-economica, permetterebbe il mantenimento di un generale senso di appartenenza sociale in territori che altrimenti rischiano di essere progressivamente esclusi e marginalizzati dalle grandi economie di scala. Favorire e semplificare la creazione di eventi e la nascita di reti economiche informali, non risponde infatti solamente ad una necessità prettamente economica, quanto ad un più vasta necessità dei singoli e delle comunità di sentirsi in grado di agire ed operare attivamente nei propri spazi anche in assenza di grandi mezzi e risorse. Fare e favorire una economia solidale vuol dire attivarsi per ricreare quel senso profondo della parola oikos-nomos, ovvero di una regola e di un modello in grado di descrivere e gestire il proprio oikos, ovvero la propria casa e luogo di vita. Una casa composta e definita da una molteplicità di aspetti materiali e immateriali, dove l'iniziativa ed al benessere individuale si devono accompagnare ad un senso attivo e vitale di appartenenza ad una comunità con legami e responsabilità collettive.
8 maggio 2015