Preghiere e rabbia in Nepal nel primo anniversario del terremoto del 25 aprile
di Barbara Monachesi
responsabile dei progetti di Apeiron in Nepal
Preghiere e rabbia in Nepal nel primo anniversario del terremoto che il 25 aprile del 2015 ha fatto 9mila vittime. Il Paese si ritrova ancora devastato con la ricostruzione ferma a causa di una crisi istituzionale. Il dolore ha lasciato spazio alla protesta contro il governo “corrotto” che non rimette in piedi il Paese nonostante oltre 3 miliardi e mezzo di euro siano stati stanziati a giugno scorso dalla comunità internazionale.
Questo gridano un centinaio di persone che si sono ritrovate a Kathmandu in una marcia densa di tensioni che si sono tradotte in scontri tra dimostranti e polizia in tenuta antisommossa. Non sono mai arrivati i soldi promessi dal governo a ogni famiglia che ha perso una casa: 200 mila rupie ovvero circa 1.660 euro.
“Persone anziane e bambini hanno perso la vita durante l’inverno per la mancanza di un riparo adeguato”, denuncia Save the children che ha fornito assistenza alla popolazione. 600 mila famiglie sfollate vivono ancora in alloggi temporanei sotto teloni, ponti o in strutture fatiscenti, spesso accanto alle loro case danneggiate.