Il tesoro dell'Hatoa Patole
Fuori è buio fa freddo e c'è la neve... ottimo per starsene a casa davanti al camino e tradurre antiche storie di spiriti e grotte pensando al caldo mare dell'Indonesia.
Quando siamo stati sul Patola il tesoro non l'abbiamo trovato... al massimo alcuni frammenti di antichi vasi cinesi davanti all'uscita del Sapalewa... però magari la prossima volta guardiamo meglio!
Nell'isola di Seram, fantasmi e spiriti popolano montagne e foreste; abitano tanto la notte quanto le grotte e amano mostrarsi sotto forma di animali. Nelle foreste di Seram le forme sono mutevoli e mai date una volta per tutte. Uomini, animali, fiumi e grotte si scambiano sembianze e forme, mentre ricchezze e tesori nascosti appaiono a chi percorre i giusti sentieri. Alcuni anni fa navigammo lungo la costa di Seram, fino ad approdare nel villaggio di Kasieh, in vista del Grande Dromedario, un grande cono di roccia presagio di grotte e future avventure. Vicino stava il piccolo pinnacolo dell'Hatoe Patola dove visitammo una manciata di piccole grotte portati da una banda di bambini urlanti, una manciata di piccole grotte ricolme di Storie...
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Un tempo una giovane coppia di sposi viveva in un villaggio, lungo la costa settentrionale dell'isola di Seram.
Un giorno di buon mattino entrambe uscirono per raccogliere tuberi e banane mature. Mentre percorrevano un sentiero si divisero: il marito andò a controllare delle trappole nella foresta, mentre la moglie continuò raccogliere tuberi.
Verso mezzogiorno nonostante splendesse il sole, cominciò a piovere; di li a breve il marito tornò e disse: "Vieni, andiamo subito a casa perchè ho paura che potrebbe piovere molto e questa pioggia ci potrebbe portare sfortuna."
L'uomo sembrava strano, camminava rapidamente e a tratti parlava da solo: "Qui ho camminato ieri perchè si vedono ancora le tracce fresche e dove ho spezzato alcuni rami..."
La donna era sorpresa perché l'uomo aveva preso uno strano sentiero, e ora aveva notato con sorpresa che erano finiti su una pista di cinghiali selvatici.
Sul terreno fangoso si vedevano molte impronte ed i cespugli su entrambe i lati erano stati strappati dalle zanne degli animali. Il suo cuore comincio a battere più rapidamente, fu presa da paura e comincio a pensare: "Questo non è mio marito! Forse è un fantasma! Che devo fare, cosa devo fare?" Un poco più avanti, passarono accanto ad una pozza fangosa: "Qui è dove faccio normalmente il bagno!" disse l'uomo.
Finalmente arrivarono davanti ad una grande roccia, l'Hatoe Patola e l'uomo entro in una grotta attraverso un foro nella roccia; anche lei lo segui strisciando nella grotta.
Allora si rese conto che l'uomo non era veramente suo marito ma un cinghiale selvatico che ne aveva preso le sembianze. Cercando di frenare il suo pianto e tremore lo prego di lasciarla andare, al che il cinghiale rispose: "Non avere paura donna, io non ti faro del male. Io sono già vecchio e sento che la mia fine è vicina, voglio farti erede di tutti i miei beni che nascondo in questa grotta. Tutti questi piatti, tazze, ciotole, gong e gioielli saranno tuoi. Ma prima tu dovrai restare con me fino alla mia morte".
La donna si rassegno quindi al suo destino e pensando a tutta quella ricchezza rimase due settimane con il cinghiale: si prese cura del suo cibo e della sua tana. Ogni volta che usciva lui le diceva: "Guarda bene il sole attraverso questo buco, quando questo e all'altezza di quel ramo d'albero laggiù, vuol dire che presto sarò qui di nuovo. Se il sole è basso e io non sono ancora a casa, allora probabilmente io sarò morto. In questo caso prendi tutti i miei beni e torna indietro su questa strada fino alla tua casa."
Un giorno il cinghiale senti che le sue ultime ore erano vicine. Mostrò allora alla donna ancora una volta i suoi oggetti preziosi, le mostrò esattamente come seguire la via del ritorno e si allontanò.
Non aveva lasciato la tana da molto quando incontrò il vero marito della donna che era nella foresta a caccia. Cerco di fuggire, ma era vecchio e ben presto i cani lo accerchiarono e lo misero in trappola, cosi che l'uomo riuscì a colpirlo a morte con la sua lancia.
Tuttavia riuscì a trovare un luogo dove nascondersi facendo perdere le sue tracce al cacciatore e li aspettò la morte.
La donna, che aspettava nella grotta, si rese conto che il sole stava calando ed il cinghiale non era ancora arrivato. Il sole scese sotto i rami degli alberi e allora lei capì che il cinghiale aveva trovato la morte. Allora riempì un bamboo di piatti preziosi, si ornò con numerosi gioielli di rame e argento e si avviò lungo il sentiero.
Prima di notte arrivò al suo villaggio. Gli anelli tintinnavano alle caviglie ad ogni suo passo.
Il padre senti il rumore e disse alla moglie: "Chi è che viene? Sembrano i passi di nostra figlia, ma non è possibile perchè lei è morta. Può essere uno spirito malvagio?"
Quando la donna raggiunse la porta della sua casa, chiamò il padre per nome, ma questo spaventato rispose con rabbia: "Chi è cosi malvagio da imitare la voce di mia figlia morta?" Poi chiamò la madre, questa non poteva credere che fosse la voce di sua figlia e anche lei ebbe paura che si trattasse di uno spirito ed esclamò: "Perchè giocare con il dolore di una madre e imitare la voce di mia figlia morta?"
Poi il marito disse: "La luce, in fretta" grido "Devo vedere!" e quando vide che si trattava della figlia scoppio a piangere e ridere. Tutti si abbracciarono e gioirono.
Grazie a tutte le cose preziose, un tempo nuovo e senza preoccupazioni era iniziato per tutti.
Il giorno dopo tornarono tutti alla grotta di Hatoe Patola a raccogliere altri oggetti e porcellane preziose che donarono a tutti i membri della loro famiglia.
De Vries 1927