Il Lamone verso il contratto di fiume
La stampa ci ha informati che venerdì 8 settembre, a Villanova di Bagnacavallo, sulle rive del Lamone, i comuni di Bagnacavallo, Brisighella, Faenza, Marradi, Ravenna e Russi, hanno annunciato un accordo propedeutico alla elaborazione del Contratto di fiume.
Il Contratto di fiume, dove concordato, rappresenterà una nuova forma di governo per la gestione del fiume realizzata tramite un patto partecipato fra pubblico e privato. Al momento, certamente una nebulosa per queste latitudini, ma sicuramente con delle potenzialità per elevare la sicurezza dei fiumi e per valorizzare nuove forme di turismo: esperienziale, lento, sostenibile, della memoria e i territori circostanti.
E dopo il Santerno, dove si sta realizzando una lunga ciclovia e dove si è aperta la pratica del Contratto di fiume, Il Lamone fa un passo avanti nell’ottica di una gestione comune e partecipata. Ci chiediamo cosa faranno adesso le amministrazioni del Senio per rispondere a questo giusto attivismo dei vicini ad est e ovest.
Da anni gli Amici del Senio propongono un percorso ciclopedonale ad anello fra Senio e Lamone che leghi collina e mare, coinvolgendo i due parchi regionali della Vena del Gesso e del Delta del Pò. Abbiamo presentato il progetto in diverse conferenze comunali e in tante iniziative locali – che continueremo nei prossimi mesi – ricevendo generali consensi e incitamenti a proseguire. Abbiamo raccolto, solo nell’ambito delle nostre iniziative, oltre 1200 firme di cittadini consapevoli e consenzienti.
Vorranno le amministrazioni bagnate dal Senio e dal Lamone, darci una risposta? Qualunque essa sia, noi l’accetteremo, perché fa parte del gioco democratico anche non essere d’accordo e dichiararlo. Più difficile invece è non essere considerati meritevoli di una interlocuzione nel merito del progetto nel suo insieme.
Sappiamo che su questo tema la sensibilità dei tanti comuni è diversa. Sappiamo e vediamo dagli atti concreti che diversi comuni, in proprio, si muovono e di questo siamo contenti e partecipi. Sappiamo anche che i diversi comuni si sono stretti in Unione per gestire meglio i servizi, ma nella prospettiva – chiaramente nella natura delle cose – di un governo su area vasta dei territori. Allora, la proposta che avanziamo per Senio e Lamone forse comporterebbero – a nostro parere – che le Unioni si parlassero e ci facessero conoscere la loro posizione.
E’ vero, non siamo Partito o Movimento, non abbiamo rappresentanti eletti nei Consigli comunali e tanto meno titolarità istituzionale. Siamo una semplice Associazione di volontariato, però ben radicata nel territorio, a disposizione del bene comune e del fare. Siamo un così detto corpo intermedio della società con una funzione di ricezione e di collegamento, crediamo, positiva. Pensiamo che di questo si debba tenere conto.
Domenico Sportelli
Associazione Amici del fiume Senio