Ok, ci siamo!
Tutto torna nel luogo dal quale ogni cosa è partita: la nostra città (Forlì, ndr). “Rwanda” è stata un’avventura faticosissima, lunga, estenuante a volte, ma meravigliosa!
Credo che si tratti di una delle esperienza che più di ogni altra mi ha permesso di imparare e di crescere… E l’arte questa volta non ha molta importanza. Quello che conta è la vita. “Rwanda” è stata un’esperienza di vita a tutti gli effetti, una lezione (a volte terribilmente dura) di perseveranza e fede.
È semplice fare un film quando alla spalle puoi contare su una grande produzione, una emittente riconosciuta, un finanziamento ministeriale… È molto più difficile quando gli unici mezzi in tuo possesso sono quelli della tua piccola (meravigliosa) squadra di lavoro unita alla fiducia delle istituzioni locali e di alcuni imprenditori illuminati.
Ed ora dopo quasi due anni dal primo ciak eccoci finalmente nella nostra città. Quando il film è giunto a Venezia (in accordo con Le Giornate degli Autori) il pubblico ha accolto la nostra pellicola con un applauso che ha accompagnato tutti i titoli di coda fino all’ultimo fotogramma… È stato un momento meraviglioso il cui ricordo mi riempie di brividi e che mi regala ora un briciolo in più di coraggio nell’attesa di questa serata speciale, ma l’ansia, l’emozione e quella goccia di paura non se ne vanno.
Questa è la sera dove l’impegno di qualche centinaio di persone (nel corso di oltre 24 mesi) incontrerà le aspettative, le attese, i dubbi e le speranze di 700 spettatori nell’imponente teatro Diego Fabbri di Forlì. Questa sarà la serata che darà l’inizio ad una imponente serie di proiezioni su tutto il territorio nazionale.
Grazie di cuore per averci permesso di arrivare fin qui.
Se questo film potrà far riflettere ed emozionare, se riuscirà a far capire che siamo davvero “tutti essere umani”, sarà solo merito vostro.
Murakoze - Grazie
Marco Cortesi