The Limits to Growth
La percezione 'statistica' dell'umanità nei confronti di 'tempo' e 'spazio'; ovvero fondamentalmente la rappresentazione del concetto apparentemente più diffuso tra gli umani, che potrebbe suonare come "Mi interesso solo di cosa potrebbe succedere domani a casa mia..." ovviamente secondo gli autori del famoso libro Limits to Growth.
Rapporto uscito nel 1972, che segna ufficialmente l'inizio di un pensiero critico nei confronti dello sviluppo illimitato, dogma dell'economia globale tanto ieri quanto oggi.
Che dire, il fatto che fu accusato da ogni parte politica tanto di destra e di sinistra si spiega bene leggendo il grafico, sempre in quest'ottica va vista il disprezzo con cui furono bollati gli autori, eminenti studiosi parte del famoso Club di Roma.
Un consesso informale di studio che mise insieme menti e saperi trasversali per provare ad affrontare problemi enormi.
Cosa resta oggi di tutto questo?
Un nuova pubblicazione edita da uno degli autori ormai anziano, la triste consapevolezza che purtroppo molte di quelle previsioni erano coerenti e realistiche, una generica vernice ecologista diffusa e di maniera e un guizzo di orgoglio per un Italia ormai passata dove la Cultura era una cosa seria quanto i problemi.
Già perché il Club di Roma non si chiamò cosi per caso o per location, ma perché nato su iniziativa del Dott. Aurelio Peccei, ex partigiano militante nelle Brigate Giustizia e Libertà e dirigente all'Olivetti.
Sì c'è stato un tempo in cui gli scienziati dal MIT al Giappone si riunivano in Italia per discutere di come rendere l'Umanità e il Pianeta un posto migliore. Un tempo dove la Cultura tanto Scientifica quanto Umanistica era una cosa seria e socialmente rispettata.
Poi dev'essere successo qualcosa di veramente brutto se siamo arrivati al presente...Ma forse anche in questo caso basta guardare il grafico.