Appunti di una XI edizione “Restante” e partecipata del festival IT.A.CÀ 2019

Tappa Bologna – Val di Zena (Appennino bolognese)
Inserito da Giorgio Gatta venerdì 20 dicembre 2019

Con grande entusiasmo annunciamo la conclusione dell’undicesima edizione di IT.A.CÀ il primo e unico festival in Italia dedicato al turismo responsabile; premiato nel 2018 dall’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite per l’eccellenza e l’innovazione nel turismo (UNWTO AWARDS).  

 

Un anno questo 2019 veramente emozionante di appuntamenti partecipati e apprezzati, che hanno colorato di idee e riflessioni quello che sembra essere ormai un nuovo punto di vista sul turismo e che il Festival ogni anno, accoglie e raccoglie lungo il suo percorso. Iniziamo con un po’ di numeri del 2019:

  • 7 mesi di cammini ed eventi (aprile – novembre)
  • 16 tappe tra città e territori 
  • 9 regioni italiane coinvolte
  • 16 coordinamenti territoriali coinvolti 
  • 2 coordinatori per tappa 
  • 1 sponsor nazionale
  • + di 700 realtà nazionali [istituzioni, fondazioni, associazioni, Ong, operatori, strutture ricettive, agenzie viaggi, scuole, università]
  • + di 100 partner tecnici
  • 7 main media partner 
  • + 25 media partner 
  • + di 500 eventi organizzati
  • + di 50.000 visitatori
  • + di 100 itinerari percorsi a piedi e a pedali 
  • 18 cammini di pulizia nelle varie tappe 
  • + di 2000 sacchi utilizzati per la raccolta
  • + di 900 kg di rifiuti messi insieme
  • 250 pagine di rassegna stampa nazionale 

In questa edizione abbiamo apportato due grandi novità: il tema condiviso della “Restanza” e l’attenzione alla cura e pulizia dei territori toccati dal passaggio del Festival grazie alla collaborazione con il nostro partner nazionale OWAY [azienda agro-cosmetica internazionale attenta alle coltivazioni bio-dinamiche, biologiche ed equo-solidali] che ha supportato IT.A.CÀ in tutta Italia e organizzato (procurando sacchi, guanti e pinze), fra i tanti eventi proposti dalle tappe nazionali, anche significative iniziative compartecipate con il coinvolgimento di volontari, turisti e cittadini, impegnati nel ripulire da residui di plastica e rifiuti, i luoghi che appartengono a tutti. 


Il nostro viaggio è partito dalla Restanza: un nome singolare femminile, l’idea di esserci, di resistere, l’atteggiamento propositivo di chi decide di rimanere nel proprio territorio per valorizzarlo e sfruttarne al meglio le risorse, ovvero “un atto di rigenerazione e condivisione dei luoghi, per fare con i rimasti, con chi torna, con chi arriva, piccole utopie quotidiane di cambiamento” ci ha spiegato l’antropologo Vito Teti, coniatore del termine e ospite graditissimo in più tappe del Festival.


Un tema di profonda attualità quindi, che IT.A.CÀ ha ampiamente sviscerato in molti territori nazionali e un impegno che ci siamo assunti per questa edizione, debuttata – non a caso – il 25 Aprile nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Dopo i terremoti del 2016 e del 2017, questa zona non solo è un simbolo di restanza, ma anche di resistenza, come capacità di rimanere saldi e di ricostruirsi senza alienare la propria identità. Riscoperta di memorie e tradizioni perdute per strada, con comunità che cercano di prendersi cura l’una dell’altra, appellandosi ad una responsabilità comune di accoglienza, tutela del patrimonio naturalistico e rivendicazione di servizi negati o perduti. 


A Maggio, IT.A.CÀ si è spostato a Bologna, culla natale del Festival che anche in questa edizione si riconferma polo centrale e snodo nevralgico di scambio e riflessione sulla filosofia che la manifestazione persegue con tenacia da tempo. È qui che abbiamo visto nascere il Festival ben 11 anni fa e lungo le varie edizioni, riuscire a delineare un vero e proprio format – oggi adottato in ben 16 territori – che mette in rete tanti attori sociali locali, impegnati nella valorizzazione dei luoghi in chiave sostenibile. Con uno sguardo approfondito nell’Appennino bolognese tra Marzabotto, Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi e la Val di Zena.  


Da giugno, la nostra estate con IT.A.CÀ è stata all’insegna del sole e del mare nei territori di Rimini, Calabria di Mezzo, Salento e dell’aria salubre a fine luglio, sulle vette del Gran Sasso. Con zaino in spalla e scarpe comode, abbiamo attraversato alcuni borghi e valli indimenticabili  tra sentieri escursionistici, testimonianze di attivismo ambientale, laboratori di riciclo creativo dei rifiuti e valorizzazione delle produzioni artigianali d’altri tempi: ceramica, olio biologico d’eccellenza e artigiani della seta.


Giù lungo le riserve naturali, la riviera e i borghi degli angeli, vivo è stato il sentire queste terre resistere e lavorare in co-progettazione per la valorizzazione sinergica del patrimonio culturale, archeologico e naturalistico e per lo sviluppo di un turismo integrato, sostenibile e vantaggioso per le comunità locali del nostro paese. 


A settembre, quando il turismo di massa rientrava in città, il Festival ha fatto scalo nelle tappe di Gorizia e Trieste, Brescia, Ravenna, Trentino e Reggio Emilia, riscontrando una grande affluenza e tanti partecipanti in arrivo anche da lontano – ci dicono i coordinatori degli eventi – a fronte di una spesa organizzativa molto bassa ed di un impatto ambientale pari a zero, segno importante che viaggiare si può: basta avere la testa, più che la tasca. 


Volutamente collocata in un periodo non di alta stagione, la tappa del Trentino ha lanciato il messaggio che anche le stagioni di mezzo possono offrire interessanti spunti e possibilità di turismo rispettoso dell’ambiente. Del resto discutere di destagionalizzare i flussi turistici non può bastare. 


Con l’arrivo di ottobre e novembre, eravamo ancora in pieno viaggio. Parma, Pavia e Oltrepò, Monferrato, Napoli e Levante Ligure hanno fatto da cornice ad una conclusione del Festival su temi importanti come le disuguaglianze sociali, il rispetto per l’ambiente, il problema delle barriere architettoniche, la multiculturalità e le tradizioni da preservare. 


La natura toglie, la natura dà”, ripetiamo spesso quando parliamo di emergenze ambientali ed è focalizzandoci proprio su un’idea di rispetto e di cura di ciò che ci circonda, che il Festival ha provato in tutti questi anni a sollevare una riflessione. 

In questa XI edizione, di cammini ne abbiamo intrapresi moltissimi, ma ce n’è uno speciale di cui siamo molto orgogliosi ed è quello con Oway, partner ufficiale di IT.A.CÀ che ha sposato gli intenti promossi dal Festival.

L’incontro virtuoso fra le due realtà, quest’anno ha portato una novità importante e in scia alla mondiale #trashchallenge e ai tanti progetti di attivismo ambientale, insieme è stato possibile dare un contributo concreto, organizzando in tutta Italia, camminate ecologiche e responsabili con guanti, sacchi e pinze di raccolta. Da aprile a novembre, il risultato è stato di quasi 2000 sacchi e oltre 900 kg di rifiuti messi insieme attraverso percorsi a piedi, bike tour e trekking per ripulire lungomari, litorali, bacini di fiumi, parchi, aree urbane, giardini e stradelli di accesso.

Cammini esperienziali anche questi? Perché no. Impulso verso un attivismo turistico ecologico, unico nel suo genere che coniuga il piacere della lentezza e del sentire la natura, ad azioni pratiche e concrete, mirate a preservare la bellezza dei luoghi. Chiudiamo il nostro report 2019 con un discreto zaino sulle spalle, pieno di nuove idee, incontri, esperienze, best practices, messaggi e riflessioni importanti sul futuro del nostro turismo, che IT.A.CÀ non vede l’ora di svuotare nella prossima edizione del Festival.


Ringraziamo tutti coloro che ogni giorno con il loro lavoro e la loro passione rendono sempre più forti i principi di sostenibilità economica, ambientale e relazionale dei nostri territori locali e incoraggiano la comprensione dei principi del turismo responsabile tra viaggiatori, aziende, istituzioni e operatori turistici.


Dal Blog di IT.A.CÀ


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