Dalla Sicilia al Senegal con "Don Bosco 2000"
Greta è rientrata da una settimana in Sicilia dopo la missione in Senegal. Ecco la sua emozionante testimonianza:
"Non è facile trovare le parole giuste che possano descrivere e raccontare qualcosa che se non si vive, non si può capire. Perché è vero, è così: "l'Africa è complessa, è piena di contraddizioni".
I primi due giorni della missione ero disorientata, forse per lo sbalzo climatico o forse perché mi sono resa conto che a poche ore di volo dalla mia terra esiste qualcosa di così incredibile che non riesci a crederci. Poi mi sono sentita come se in quel posto ci fossi già stata, come se tutte le persone che ho incontrato le avessi conosciute anni fa, probabilmente perché ti accolgono come se fossi una di famiglia.
Così ho deciso di staccare la spina dalla mia quotidianità per "assaporare tutto ciò che avrei vissuto":
Occhi piccoli, sguardi profondi che ti prendono l'anima, che ti rapiscono e che in silenzio ti raccontano chi sono, ti dicono che ti vogliono bene, ti chiedono di esserci, di tenergli compagnia ancora un pochino e mentre ti mostrano la sofferenza ti regalano fiducia. Occhi grandi pieni di vita, che vogliono conoscere e imparare, sguardi che ti chiamano, occhi che ti entrano dentro che ti danno la forza e il coraggio di prenderti cura di quegli occhi che, invece, mostrano tutti i segni del malessere, della povertà, della solitudine, della lontananza, della paura, del dolore, della cattiveria, della costrizione.
Mani grandi e forti che ti ringraziano e pregano per te. Mani segnate dalla vita, che ti chiedono aiuto. Mani sporche che non smettono mai di lavorare, mani che ti benedicono. Mani piccole e fragili che si abbandonano nelle tue, che vogliono giocare con te, che ti cercano, che ti salutano anche da lontano. Manine che ti aspettano, che ti stringono, che vogliono farti scoprire la loro vita e i loro affetti.
Braccia forti che tengono su il mondo, che ti accolgono ricordandoti cosa è la vita.
Braccia esili che ti si stringono al collo in abbracci infiniti e indimenticabili.
Piedi, grandi e piccoli, quasi sempre scalzi, che non si stancano di percorre km e km per raggiungere sogni e mete, che corrono sull'asfalto, sulla terra, sulle sterpaglie per venirti incontro o che ti rincorrono, quando vai via, per salutarti e dirti di tornare presto.
Gambe che non si stancano di percorrere 16 km al giorno per andare a scuola, gambe che hanno la forza e la volontà di voler cambiare il destino.
Risate contagiose che non smetti mai di sentire, sorrisi pieni di speranza, semplici, spontanei che non puoi dimenticare perché ti hanno raccontato la voglia di vivere, la forza e la volontà di andare avanti.
Ogni singolo bambino, ogni persona, ogni cosa che ho visto, conosciuto, incontrato farà parte di me, sarà sempre nel mio cuore.
E spero che quel poco che io sia riuscita a fare in questa missione, sia e rimanga sempre uno strumento utile per migliorare la vita di qualcuno".