Aggiornamento della situazione politica in Mali
La situazione politica
Sotto la pressione della Cedeao (Comunità Economica degli Stati del'Africa Occidentale) e con la mediazione di Blaise Compaoré, presidente del Burkina Faso, lo scorso fine settimana si sono svolti a Ouagadougou (capitale del Burkina) i primi negoziati per elaborare una road map per far uscire il Mali dalla crisi. Presenti i rappresentanti della classe politica maliana al completo: da quelli dei vari partiti politici pro e contro il colpo di stato del 22 marzo, a membri della società civile per finire con i membri della giunta militare che ha deposto il presidente Amadou Toumani Touré.
Benché i negoziati non siano arrivati a una conclusione condivisa sul periodo di transizione che dovrà portare, tra l'altro, a nuove elezioni, si è comunque arrivati alla scelta del nuovo primo ministro che affiancherà il presidente investito, Dioncounda Traoré, nel difficile compito di risolvere oltre la crisi politica, anche il problema dell'occupazione della parte nord del Paese da parte dei tuareg del movimento MNLA (Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad) e degli integralisti di Ansar Dine (Difensori dell'Islam).
Il nuovo primo ministro è Cheick Modibo Diarra.
Sessantenne e autorevole astrofisico (ha partecipato a svariati programmi della Nasa) è stato l'organizzatore del Forum mondiale sull'educazione svoltosi a Dakar (Senegal) nel 2000 e per l'Unesco del Forum sull'Africa nel 2001. Dal 2006 è presidente di Microsoft Africa.
Attivo dal marzo 2011 sulla scena politica maliana con la creazione di una formazione politica, l'RPDM (Rassemblement pour le développement du Mali), Diarra è stato scelto perché ha sempre mantenuto buoni rapporti con gli altri esponenti politici pur mantenendone le distanze, posizione quest'ultima ben vista dalla giunta golpista fortemente critica con tutta la vecchia classe politica maliana.
I compiti che gli sono stati affidati non sono da poco: formare un governo di "unità nazionale" di transizione, ristabilire l'integrità terriotoriale del Mali, risolvere il problema dell'insurrezione tuareg e organizzare elezioni trasparenti.
La situazione umanitaria al nord
Se non si registrano movimenti militari negli ultimi giorni, la situazione umanitaria si sta aggravando. Attualmente si contano circa 268.000 rifugiati (dati ONU), fuggiti dalle zone occupate dai tuareg, accusati tra l'altro di saccheggi nelle città: 160.000 rifugiati si trovano adesso in campi profughi improvvisati in Burkina Faso, Niger (che già sta attraversando una pesante crisi alimentare), Mauritania e Algeria. Altri 108.000 si trovano all'interno delle frontiere maliane.
Non si conoscono le esatte condizioni della popolazione rimasta nel nord del Paese data l'assenza al momento di organizzazioni umanitarie operanti in loco e l'opposizione, da parte soprattutto dei gruppi più oltranzisti, a qualunque aiuto provenga da organizzazioni occidentali.
Fonti: www.jeuneafrique.com e www.france24.fr
21/04/2012