Il Marketing Romagnolo di Paolo Cevoli

Inserito da Giorgio Gatta martedì 12 aprile 2022
Sabato mattina mi alzo al mio solito orario e scendo nella sala ristorante praticamente deserta per la colazione nel bellissimo Hotel Miramonti di Bagno di Romagna.

Vedo solamente una persona in un tavolo grande che riconosco come partecipante come me all'incontro di Marketing Romagnolo di Paolo Cevoli.

Mi avvicino a lui titubante per non disturbare e ci presentiamo.

Sembra che non disturbi affatto e anche se sembra che abbia finito la colazione mi accoglie volentieri. Dopo aver rotto il ghiaccio lui è un fiume di parole...

Lavora per un'azienda che ha sede in Svizzera che abbina la tecnologia informatica agli obiettivi di marketing e di vendita dei clienti. Si capisce che è un visionario e che ha un compito difficile: convincere le aziende italiane delle enormi possibilità che la tecnologia ci offre.

La sala si sta riempiendo di persone ma lui mi offre una vera e propria lezione!

La giornata non poteva iniziare meglio!

Ma il maestro visionario per eccellenza è Paolo Cevoli che ci ha fatto incontrare con solo qualche idea ma con l'unico obiettivo di far del bene agli altri a partire dai giovani per arrivare a chi è più disagiato di noi.

Ma cosa c'entra tutto questo con gli imprenditori romagnoli?

C'entra, c'entra, perché non si può essere imprenditori se la tua finalità non è di fare bene il tuo lavoro curando le relazioni con i clienti e le persone che ti circondano.

E allora grazie a Rita e a Luca: da loro ho imparato che fare turismo non è solo un business come un altro ma è migliorarsi ogni giorno cercando cose nuove e attività per rimanere come albergatori di Riccione i primi della classe in Italia e nel mondo.

Grazie ad Andrea perché grazie a lui ho imparato, ma più che altro ho visto confermate le mie convinzioni, che la persona disabile è una persona in quanto tale e va trattata nella sua normalità di vita e non perché siamo buoni creando di fatto una sorta di dipendenza bidirezionale.

Grazie a Enzo con il quale ho capito nei fatti quale può essere il valore aggiunto di avere non solo uno ma più persone disabili in un'azienda e il senso strategico unitario che si crea fra dipendenti e dirigenti che hanno obiettivi comuni e migliorano il proprio senso di appartenenza, in cui tutti vengono innanzitutto viste soprattutto come persone.

E grazie a tutte le altre persone che ho incontrato, o che conoscerò meglio la prossima volta, perché se è vero che tutti hanno dato qualcosa agli altri, possiamo solo credere che noi miglioriamo difatti mettendoci in relazione.


Giorgio Gatta


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