L'archeologia militare per un turismo dell'identità dei nostri borghi
Domenica sono stato ospite di Walter Cortesi e in compagnia degli splendidi volontari dell'Associazione CRB 360 Archeologia Militare a Villa Caprile di Pesaro sede de l'Istituto Agrario Antonio Cecchi di Pesaro.
Una vicepreside fuori dal comune, Chiara Fiorucci, ci ha guidato lungo il percorso che comprende 35 mila ettari di territorio forestale, i giardini della villa seicentesca, poi sede del comando tedesco lungo la linea gotica, con i sotterranei che erano anche collegamento dei Bunker tedeschi della Seconda Guerra Mondiale.
Fa bene Chiara Fiorucci ad aprire il più possibile la villa a visitatori che vorrebbero contemplare le bellezze e la storicità del luogo e certamente Villa Caprile dovrebbe essere sottratto alle grinfie della burocrazia ed attestarsi ad essere un Patrimonio dell'Umanità.
E domenica certamente c'è stata una tappa fondamentale, con l'inaugurazione del percorso benessere e storico-culturale, ma è forse solo l'inizio di un qualcosa che porterà a fare vivere i turisti e gli autoctoni, questo luogo meraviglioso.
La cosa che più mi ha colpito, grazie a Walter e a Mirco, entrambi del Crb 360°, che me lo hanno fatto notare, è l'incuria e la violenza delle armi che ha dovuto subire Villa Caprile nel 1944 da parte degli eserciti, senza alcuna giustificazione bellica o strategica di guerra.
A Villa Caprile c'è la testimonianza concreta delle brutture e delle violazioni che una guerra porta con sé, sia che sia difensiva o di occupazione o di liberazione.
La guerra porta sempre con sé lutti e distruzioni che solo in alcuni casi si sono potuti contenere.
La guerra non ha regole: uccide e distrugge e basta!
Giorgio Gatta