Festival delle Culture di Ravenna
Concerti, danze, dibattiti, gastronomia, mostre e mercati da ogni angolo del mondo
L’8, 9 e 10 di giugno Ravenna sarà animata da centinaia di protagonisti della VI edizione del Festival delle Culture, organizzato da Comune di Ravenna, Rappresentanza dei cittadini stranieri e coordinamento delle associazioni di migranti Ravenna Solidarietà e con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Tre giorni per celebrare l’intreccio fra culture e generazioni attraverso parate, concerti, danze, dibattiti, gastronomia, mostre e mercati. L’evento è stato presentato alla stampa questa mattina in municipio alla presenza di Martina Monti, assessore all'immigrazione; Babacar Pouye, presidente della Rappresentanza dei cittadini stranieri; Tahar Lamri, direttore artistico del Festival, Raffaella Sutter, dirigente all’immigrazione e alla cooperazione decentrata.
“Sono orgogliosa che Ravenna torni ad ospitare questo festival il cui svolgimento non era scontato a causa dei tagli al bilancio che il Comune ha dovuto fare – ha dichiarato l’assessore Monti – Ci siamo riusciti grazie allo sforzo di tutti, compresa la Fondazione Del Monte e Ravenna 2019. Una delle novità di quest’anno sta nel fatto che il programma è stato elaborato con la partecipazione di molte persone che hanno lavorato in gruppo su varie tematiche. Sono contenta di quanto è emerso”.
Per la Rappresentanza degli immigrati è intervenuto Babacar Pouyè che ha ringraziato l’Aministrazione comunale per essere riuscita a riproporre la manifestazione “che è in continuo miglioramento”. “Mi piace sottolineare il fatto che sia stata inserita nelle prove tecniche di 2019 riconoscendo che il patrimonio culturale degli immigrati fa parte della città e questo ci aiuta a farci sentire di più come a casa nostra”.
Tahar Lamri, direttore artistico, è intervenuto per spiegare il vasto programma che quest’anno prevede, tra i numerosi appuntamenti, uno degli eventi di apertura nella suggestiva banchina della Darsena con musiche e balli nella serata di venerdì.
Il Festival è una delle tappe di Prove tecniche 2019, rispecchiando a pieno titolo il senso della candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura che pone l’ospitalità e la diversità culturale fra le principali parole chiave. Fulcro del Festival, la Darsena di città, con le Artificerie Almagià, i suoi dintorni e la banchina del canale.
Quest’anno il Festival è dedicato alla cooperazione, in linea con le Nazioni Unite che hanno proclamato il 2012 Anno Internazionale della Cooperazione. Cooperazione come modello alternativo di fare impresa che promuove la partecipazione, la democrazia e la solidarietà funzionali allo sviluppo e alla crescita. Cooperazione anche come impegno delle istituzione e delle Ong nel cosiddetto sviluppo decentrato che coinvolge le zone più disparata del mondo afflitte da guerre e povertà. Un’attività fondamentale per lo sviluppo e l’autonomia dei popoli spesso caratterizzata da difficoltà e pericoli, come è dimostrato dal rapimento di Rossella Urru, sarda, ravennate di adozione, a cui il Festival rivolge una dedica particolare.
Come e più di altri anni il Festival si caratterizza per un ampia partecipazione anche nella fase preparatoria di associazioni, gruppi giovanili, scuole, istituzioni, oltre 50 soggetti che sono stati coinvolti in un vero e proprio percorso di progettazione partecipata.
Gli eventi
Vernice del Festival alle 17.00 presso il Museo Nazionale da dove partirà l’ormai classica “fiumana” curata da Deviazioni animazioni di strada e Generazioni in movimento che faranno sfilare giovani artisti fino all’Alamagià: lungo il tragitto esibizioni di parkour, giocoleria, balli hip hop, jerk, latini e tradizionali, pantomime il tutto accompagnato dalla musica balcanica della Spartiti per Scutari Orkestra.
Alle 19.30 dentro l’Almagià si partirà con un incontro dal titolo “Il ruolo delle istituzioni per l’accoglienza e la solidarietà”, con Fabrizio Matteucci, il Prefetto Bruno Corda, Luca Pacini dell’Anci e il vice capo dipartimento vicario Libertà Civili ed Immigrazione del Ministero dell’Interno Roberto Compagnucci, ex Prefetto di Ravenna, a cui sarà consegnato il Premio Città di Ravenna per l’Intercultura per il suo pluridecennale impegno in favore dell’accoglienza dei profughi in Italia.
Alle 20 ci si sposta sulla Banchina della Darsena con lo spettacolo senegalese Sabar e Faux Lion, danze di uomini-donne, uomini-leone e donne maestose nei loro splendidi vestiti tradizionali.
Il concerto del giorno sarà alle 22, dentro l’Almagià: si tratta del Kalifoo Ground Music System, una posse rap/reggae di italiani e africani nata a Castel Volturno in reazione alla strage di ghanesi ad opera della camorra avvenuta nel 2008.
Sabato 9 giugno si parte alle 18.00 nella Banchina della Darsena con “Hello Nigeria”, percussioni e danze dalla Nigeria. Alle 19.30 dentro l’Almagià si terrà un “Tolcsciò” sulla cooperazione internazionale con filmati, musica, balli e soprattutto numerosi ospiti tra cui Yousef Salman (Rappresentante della Mezza Luna Palestinese in Italia), Nello Ferrieri ed Elisabetta Antognoni (Cinemovel), Yassine Lafram (Islamic Relief), Gianni Toma (Responsabile Progetto Palestina dell’Ong Cospe), Alessandro Taddei (Gruppo Ponte Radio. Alfonsine-Jenine-Berlino-Sarajevo-Beyrouth), Mara Cavallari (CMC – Progetto ci siamo anche noi). Segue alle 22 il concerto del giorno con La Frontiera, un viaggio nella musica del mediterraneo, dalla tradizione europea, al flamenco alla musica araba classica del Maghreb e del Mashreq.
Domenica 10 giugno, dentro l’Almagià, alle 18, l’Associazione “Il Terzo Mondo” organizza il dibattito “Aiutiamoli a casa loro?” con Iuri Farabegoli, Andrea Maestri, Martina Monti, Pietro Vandini, Babacar Pouye, Mario Pugliesi, Charles Tchameni, Sokol Palushaj.
Per l’occasione verrà consegnato il Premio “Uomo Politico Ravennate del 2011” de la rubrica “La Voce del Popolo” del quotidiano La Voce di Romagna a Ilario Farabegoli, Assessore all’immigrazione dal 2001 al 2011, e Andrea Maestri, capogruppo PD dal 2006 al 2011.
Per gli amanti della Capoeira alle 19, nella Banchina della Darsena, si può assistere a una esibizione del gruppo Coquinho Baiano. Alle 19.30, dentro l’Almagià, Elsa Signorino, presidente di RavennaAntica, e Galliano Di Marco, presidente dell’Autorità Portuale, ragioneranno sul Porto di Ravenna, dall’antichità alle sfide della modernità.
Sempre all’Almagià spazio alla poesia dalle ore 20, con una serie di reading con i poeti
Gëzim Hajdari (poeta albanese, premio Montale), Lance Henson (poeta Cheyenne), Barbara Pumhösel (poetessa austriaca), Walter Della Monica (poeta e scrittore italiano), Elettra Stamboulis (poetessa italogreca), Stephen Watts (poeta inglese), Cristina Viti (poetessa italiana), Andrea Maestri (poeta italiano), Zoya Husseini (traduttrice musicista iraniana), Gabrielle Gamberini (traduttrice francese), Roberto Magnani (Attore Ravenna Teatro).
Segue le poesie un anteprima cinematografica in esclusiva per il Festival: il medio metraggio di Roger Bema, dal titolo “Integratemi”, la storia del delicato percorso personale e istituzionale che deve affrontare un richiedente asilo politico, tra incertezze ed esclusione.
In chiusura del Festival, alle 22, si passa alle tradizioni meridionali con i Damadakà in concerto e il loro repertorio di canti d’amore e di lavoro, canti devozionali e di pellegrinaggio, repertori polivocali e danze tradizionali dell’area campana.
Laboratori
Tra le novità di quest’anno l’introduzione di momenti partecipativi laboratoriali: “Gioca con noi” è lo spazio-laboratorio ludico creativo interculturale per bambini e genitori curato dalle associazioni Terra Mia, Ande Liguey, Mabuhay, Fatabutega in collaborazione con RavennAntica. “Instawalk” è la “passeggiata” degli IgersRavenna che domenica dalle 18 documenteranno con telefonini e macchine fotografiche la zona darsena e lo stesso Festival. “Prova il cricket!” è invece lo spazio sportivo nella banchina della Darsena gestito dai giovani dell’Associazione Sanjida. Largo allo sport anche domenica con la Maratonina, gara non competitiva lungo la banchina della Darsena per bambini dai 5-8 anni e 9-12, a cura dell’Associazione Tunisina e Csi. Ritrovo per iscrizione ore 18.00, partenza ore 19.30.
Mostre
“Curiamo Persone” è la mostra multimediale a cura di Emergency che si terrà dal 2 al 13 giugno nello spazio espositivo di Palazzo Rasponi, via D’Azeglio. “I giocattoli in valigia” è l’istallazione (in un albero!!) a cura dell’Associazione La Lucertola, all’esterno dell’Almagià.
“15 anni di cooperazione di Agimi fra Italia e Albania” è la mostra fotografica a cura di Agimi Ravenna, all’interno dell’Almagià. Nel porticato dell’Almagià verrà poi collocata una Piroga di 12 metri del progetto “Une autre pirogue est possibile”, nato per promuovere la sicurezza in mare dei pescatori di Foundiougne in Senegal.
La convivialità, il mercato, la gastronomia
Il Festival delle Culture, grazie al suo ampio spettro di collaborazioni, ricrea nei tre giorni una grande piazza in tutta l’area dell’Almagià in cui praticare l’arte dello stare insieme. Così saranno da catalizzatori i tre ristorantini del Festival: Aralya con le specialità dall’India e dallo Sry Lanka, Marrakesh, piatti nordafricani e medio orientali a cura dell’associazione Life e l’inedito ristorante multietnico con piatti senegalesi e tunisini. Per chi ama il take away non mancherà il furgone con pizze, piadine e kebab. Lo stare insieme è nutrito anche dalla mostra mercato curata da decina di associazioni di volontariato e da commercianti con prodotti artigianali ed equosolidli da varie parti del mondo.