Alle falde dell'Himalaya
Per più di 30 anni ho lavorato assieme a mia moglie in progetti di cooperazione internazionale in Asia, Africa, America Latina ed Europa dell’Est. Il mio cuore è in ognuno di quegli angoli del mondo in cui il Buon Dio ha permesso mettessi piede e tuttora che viviamo in Italia continuiamo i nostri contatti e rapporti con diverse ONG sparse nel mondo con l’intento di sostenerne in qualche maniera i loro progetti.
Seguendo i valori in cui crediamo ed abbiamo portato avanti nella nostra vita ne è nata l’idea di proporre viaggi di Turismo Responsabile e Solidale in quei posti da noi tanto amati e grazie all’appoggio, formazione e promozione dell’Associazione T-ERRE siamo appena partiti in questa direzione.
Il primo viaggio da noi programmato è in Nepal, terra questa in cui abbiamo vissuto diversi anni fa ed in cui io sono tornato recentemente per aiutare nella coordinazione di un progetto portato avanti da diverse ONG Europee e Nepalesi.
Al ritorno dalla mia ultima visita in quello che era fino al 2008 “Il Regno Induista del Nepal” ho sentito un forte desiderio di impegnarmi per portare altre persone a contatto con quelle realtà così diverse dalle nostre… e così mi sono buttato.
Il nostro biglietto da visita o meglio il saluto che ci aiuterà a rompere il ghiaccio col popolo nepalese sarà l’espresione “Namastè”, accompagnata da un piccolo inchino mentre si congiungono le mani al petto quasi fino alla fronte. Questo saluto originario dell’India e del Nepal viene utilizzato sia quando ci si incontra che quando ci si lascia e significa “mi inchino a te” o, traducendolo letteralmente dal sanscrito, può essere tradotto in modo più completo come mi inchino alle qualità divine che sono in te. In sostanza, dunque, il significato ultimo di questo saluto è quello di riconoscere la sacralità di ognuno di noi…e, condividendo con voi questo concetto, siamo appena entrati dentro la variopinta cultura di quel mistico paese…così variopinta che io stesso, nonostante abbia vissuto per 8 anni in Asia, ogni qualvolta sono in quella parte del mondo vivo nuove esperienze ed imparo tradizioni e costumi nuovi, insomma non si finisce mai di conoscere la cultura indiana e nepalese e questo è per me il fascino di quelle zone.
E’ stato detto che: “Chi viaggia senza incontrare l’altro in realtà si sposta solamente”; noi in realtà, non vogliamo spostarci semplicemente da un posto all’altro, vogliamo avere un contatto col popolo che visiteremo e questo viaggio ci porterà appunto in contatto con le varie etnie nepalesi, ci aiuterà a capire meglio come il sistema delle caste influenza la vita e cultura di quel popolo, sentiremo da vicino l’aria mistica dei templi induisti e monasteri buddisti e converseremo con monaci tibetani che ci racconteranno della loro esperienza mistica. Visiteremo inoltre scuole frequentate da bambini che camminano 3 ore al giorno per andare a scuola, entreremo in contatto coi progetti di alcune ONG locali che ci aiuteranno a capire meglio le problematiche di quel paese, ecc. Sarà un’esperienza indimenticabile in cui godremo della vista mozzafiato delle vette Himalayane e dei paesaggi bellissimi delle zone rurali che attraverseremo durante un trecking di 5 giorni nella catena dell’Annapurna. Ed alla fine parteciperemo ad un indimenticabile safari sull’elefante all’interno della foresta tropicale di Chitwan osservando rinoceronti, coccodrilli ed animali ed uccelli di ogni specie.
Ci sarete?
Pierangelo Fabbri è mediatore culturale e socio dell'Associazione T-ERRE Turismo Responsabile.